NOTIZIE PREOCCUPANTI DALLA COSTA D’AVORIO

P. Marco Canarecci ci scrive dalla missione a Yopougon.

Stavo lavando il pavimento di casa nostra, quando mi si avvicina Cynthia, una missionaria, per comunicarmi che monsieur Alain era morto la sera prima. Sapevo che, prima o poi, questa notizia sarebbe arrivata, ma non mi aspettavo così presto…
Avevo conosciuto monsieur Alain quando gli ho amministrato il Battesimo “in articulo mortis”: stava agonizzando sul letto dell’unico ospedale pubblico di Yopougon perché i parenti non avevano abbastanza soldi per pagare la dialisi… Poi, grazie a Dio, le cure sono cominciate e monsieur Alain è rientrato a casa. Ero andato a trovarlo un paio di volte nel quartiere “precario” dove abitava ed ero rimasto molto colpito dalla tenerezza con cui la sua compagna lo assisteva.
Poi, ci sono stati i disordini sociali che hanno caratterizzato l’inizio del 2017 ivoriano: in varie caserme del Paese gruppi di soldati si sono ammutinati, hanno bloccato le vie d’accesso a diverse città e hanno chiesto che il governo pagasse loro dei premi promessi dopo la crisi post-elettorale del 2011 e mai versati. Da quello che ho capito, si è trattato di ex-ribelli che sono stati integrati nell’esercito nazionale. Poi, quando il governo ha cominciato a pagare loro, le altre componenti dell’esercito e dei corpi di polizia hanno fatto valere le loro ragioni…
Ad essi, si sono aggiunti i funzionari pubblici (impiegati, insegnanti e operatori della sanità) che protestavano contro la nuova riforma delle pensioni che fissa l’età pensionabile a 60 anni, in un Paese dove l’aspettativa di vita media è 51 anni…

Per farla breve: gli ospedali hanno sospeso per tre settimane tutte le prestazioni non urgenti e, tra queste, anche le dialisi.
Nel giro di pochi minuti, sono andato a trovare la famiglia di monsieur Alain e il fratello minore mi ha spiegato che erano due settimane che lui non faceva la dialisi; così, gli ultimi due giorni faceva fatica a respirare: è morto soffocato dai suoi stessi liquidi!
Monsieur Alain lascia quattro figli dai 19-20 ai 4-5 anni: chi glielo spiega alla sua bambina più piccola che il papà non può più abbracciarla perché la dialisi gli è stata negata? Ha senso dire che, tanto, prima o poi, sarebbe morto comunque?
Non nascondo di essere particolarmente arrabbiato per questa situazione… non do la colpa a nessuno: comprendo le ragioni dei dipendenti pubblici, cerco di comprendere anche quelle del governo, ma non posso fare a meno di chiedermi quante persone, come monsieur Alain, sono state le vittime silenziose di questa protesta…
Ora la situazione del Paese è tornata tranquilla, ma la disparità sociale resta molto alta e le cause sono ben lungi dall’essere sradicate. Il fuoco cova sotto la cenere, in attesa della prima folata di vento che attizzi la fiamma… A quando la prossima protesta? Quanti monsieur Alain dovranno ancora pagare con la vita, vittime dimenticate di una guerra mai dichiarata?
I Vescovi della Costa d’Avorio hanno invitato tutti a cercare il bene comune in modo non violento. Per favore, continuate a pregare per la Costa d’Avorio: chiedete il dono della pace e della giustizia per questo popolo meraviglioso!